Sentenza storica della Corte suprema sui transgender. In India sono 3 milioni
L’esultanza dei transgender dopo
Sentenza storica in India. La corte suprema ha riconosciuto ufficialmente i transgender, decretando la possibilità di identificarsi come «terzo genere» in tutti i documenti ufficiali. E quindi riconoscendo la loro appartenenza a un «terzo sesso» né maschile né femminile. Lo storico verdetto rappresenta una svolta per tutte quelle persone che devono affrontare le tante forme di discriminazioni presenti nella società indiana, come fanno notare gli attivisti che si sono battuti per la causa.
Il «diritto a scegliere»
La corte ha precisato che è diritto di ogni essere umano quello di scegliere il proprio genere. «Lo spirito della costituzione indiana – si legge nella sentenza – è quello di garantire uguali opportunità di crescita a tutti i cittadini, affinché possano esprimere il loro potenziale, indipendentemente dalla casta di appartenenza, dalla religione o dal genere». I transgender saranno inclusi in tutti i programmi di welfare per le persone in stato di povertà – istruzione, salute e lavoro compresi – allo scopo di migliorare le loro attuali posizioni sociali ed economiche.
La situazione in India
Sono circa 3 milioni i transgender che vivono in India e molti di loro sono costretti a prostituirsi o a vivere di elemosina perché colpiti di fatto da pesanti discriminazioni, che cominciano già in ambito familiare con la loro cacciata, e che poi si traducono in una sorta di «condanna» a esercitare la prostituzione, non essendo loro possibile trovare altre forme di sostentamento. Al contempo, però, una simile emarginazione stride con la ben radicata tradizione degli «hjira», o «chhakka», o «aravani»: si tratta di individui, in genere travestiti, che vivono in piccole comunità guidate da un guru, e formate da coloro che sono stati allontanati dalle rispettive famiglie per mero pregiudizio. Vivono di elemosine, ma spesso sono chiamati a partecipare a cerimonie quali i matrimoni, sulla base della convinzione popolare secondo cui porterebbero fortuna. Per lo stesso motivo, alla nascita di un bambino sovente si chiede loro di benedirlo. «Tutti i documenti ufficiali d’ora in poi avranno una terza categoria di genere denominata appunto «transgender». Oggi posso dire di essere orgogliosa di essere indiana», esulta Laxmi Tripathi, attivista trangender che si era rivolta alla corte.