Oggi questo è solo un villaggio con poco più di 2.000 anime,ma in passato fu la capitale di un regno indù vasto e potente : Vijayanagar .
In questo passato Hampi era Vijayanagar, “Città della Vittoria”,la capitale dell’omonimo impero che,fondato nel 1336 ,aveva raggiunto il suo apogeo con il sovrano Krishnadevaraya.Passato alla storia come l’impero più potente mai instaurato nell’India peninsulare,aveva il suo cuore nella piana del Deccan e si estendeva su un territorio vastissimo,corrispondente a spanne agli attuali Stati del Tamil Nadu,Kerala,Karnataka e Andhra Pradesh.
La capitale era una città liberale e cosmopolita. Capitale di un impero induista permetteva il libero culto delle altre religioni e accoglieva con benevolenza i visitatori provenienti da ogni dove.
Da una descrizione del persiano Abdu’rRazzaq,inviato qui dal sultano di Herat nel 1443 si evince che “per gli abitanti le rose erano indispensabili come il pane quotidiano,ve n’erano ovunque e i petali venivano venduti in grossi sacchi al bazaar. Sui banche poi erano esposti rubini,diamanti,perle e zaffiri che adornavano le magnifiche donne della corte. Anche il bolognese Ludovico di Varthema,qualche decennio più tardi,definiva Vijayanagar una capitale più grande e splendida di Roma.
Tant’è vero che ,nel 1565,gli invasori musulmani,giunti dal nord,per depredare la città impiegarono quattro anni e centinaia di elefanti lasciandosi alle spalle solo un cumulo di rovine.
Degli splendidi palazzi erano rimaste solo macerie popolate da qualche dispettosa famiglia di scimmie. Forse,secondo la visione induista del destino,questo era nel karma della città,dato che nel Ramayana questa terra era Kishkinda,il regno delle scimmie governate dal dio Hanuman.
Eppure,girando tra le vestigia di templi,palazzi,scuderie per gli elefanti sacri,ancora adesso si coglie tutta la magia di un luogo assolutamente unico nel Sud dell’India.
Il tempio di Vitthala,per esempio, è il più grandioso degli edifici religiosi di Hampi e il massimo esempio dell’arte e dell’architettura di Vijayanagar. La costruzione iniziò nel Cinquecento ma non venne mai completata e il tempio non fu consacrato. Una lunga piattaforma con elaborate colonne precede il tempio vero e proprio,su questa piattaforma si possono ammirare ed ascoltare i “pilastri musicali” che risuonano con note celestiali se percosse con un sottile bastone di legno.
Ritenuto da molti un sito degno di Petra ( Giordania),con i suoi imponenti edifici ,Hampi fu negletta fino agli anni ’60, quando iniziarono a lavorarvi degli archeologi. Successivamente,circa venti anni fa, venne iscritta dall’Unesco nella lista del Patrimonio mondiale dell’umanità e così è diventata una delle mete più visitate dello Stato del Karnataka.Questa rinascita non ha portato cambiamenti allo scorrere della quotidianità in questo villaggio che rimane decisamente di tipo “bucolico”.
Vi giungono numerosi pellegrini per adorare Rama in quanto questa zona è ricca dei luoghi in cui si svilupparono le sue vicende ed effettivamente si respira un’aria epica.
Solcato dal percorso sinuoso del fiume Tungabhadra è disseminato di centinaia di banani e palme da cocco,il paesaggio della vallata potrebbe essere preso a prova dell’esistenza del divino.
E il senso estetico è appagato anche dalle antiche architetture,sparse con un ordine solo apparentemente casuale su un’area di oltre venti chilometri quadrati.
Ci sono le Scuderie degli elefanti,undici stalle (ognuna delle quali poteva ospitare comodamente due esemplari) in un fantasmagorico stile moghul con cupole ricoperte di stucchi e pietre preziose. Qui venivano sistemati i pachidermi che,bardati d’oro zecchino aprivano i cortei che celebravano i trionfi del re che vi assisteva circondato dai dignitari di corte e dalle sue 12.000concubine.
Oppure ,durante una pedalata (il modo migliore per apprezzare questo scrigno di tesori è infatti concedersi qualche giorno di rilassate escursioni in bicicletta per viverne la suggestiva bellezza) si scoprono edifici-gioiello come il cosiddetto Padiglione della bilancia del re,dove su un piatto sedeva il sovrano e sull’altro veniva posto l’equivalente del suo peso in granaglia e denaro da distribuire ai poveri o come il Bagno della regina,una piscina circondata da gallerie e da fontane a forma di fiore di loto da cui ,si narra,sgorgava acqua profumata al gelsomino.
Stupefacenti le gigantesche statue del dio dalla testa di elefante, Ganesh, o l’enorme lingam del tempio di Virupakha.
Leggenda narra che il tempio di Vitthala fosse cos’ lussuoso che neanche le divinità vollero venirci ad abitare perché lo consideravano eccessivo! Viaggio in India : Hampi ”Città della Vittoria”