Il premier eletto e i militanti dell’Rss, ombre e preoccupazioni
New Delhi (TMNews) – Ha stravinto le elezioni politiche indiane, ottenendo un risultato storico, ma sulla figura di Narendra Modi, il premier eletto, continuano ad aleggiare ombre, legate alla sua militanza nell’RSS, un gruppo paramilitare di estremisti indù, che potrebbe portare a posizioni di inasprimento dei rapporti tra le religioni che coesistono nel Subcontinente. “Questo Parlamento – spiega una politologa e attivista – sarà fortemente religioso, nel senso sbagliato del termine. Intendo dire che sarà religiosamente escludente e non inclusivo. Molte persone saranno tenute fuori”.Dal canto loro i rappresentanti dell’RSS smentiscono questa interpretazione. “Noi diciamo – ha assicurato un portavoce – di non dividere gli indiani in base alla religione. Perché questo potrebbe poi portare a spaccare l’intera società”.Tra i giovani volontari che frequentano i campi di addestramento del gruppo induista, però, emergono posizioni più nette. “Se una persona dell’RSS diventa primo ministro – ha ammesso un giovane – ci aspettiamo che lavori non solo per la nazione, ma anche per il nostro gruppo. La nostra storia di 90 anni dovrebbe diventare ancora più importante sotto il governo di Modi”.L’uso della parola “storia” già in qualche modo sottende che, per dare giudizi occorrerà aspettare un certo tempo. Ma l’orientamento di Modi si capirà probabilmente fin dai primi atti di governo.