viaggio in sud India : Mysore , La ragione principale del fascino emanato da Mysore risiede nel carisma naturale che caratterizza tutta la città, situata a 770 metri di altitudine nella parte centro-meridionale dello stato federato del Karnataka, di cui è il secondo centro più grande e popoloso dopo la capitale Bangalore. Orientarsi a Mysore è semplice, il clima è piacevole e negli ultimi anni l’amministrazione ha fatto di tutto per promuovere il suo notevole patrimonio storico e architettonico: ecco come mai l’insediamento attira ogni anno tantissimi visitatori stranieri. Mysore è famosa per i suoi magnifici tessuti di seta, per la produzione di legno di sandalo, di incenso, per i dipinti tradizionali, i guru di ashtanga yoga e, naturalmente, per il palazzo del maharaja, uno degli edifici più affascinanti di tutta l’India.
Il nome dell’insediamento deriva da Mahisuru , un luogo mitico nel quale la dea Chamundi uccise il demone Mahishasura. La dinastia di Mysore fu fondata nel 1399, ma fino alla metà del XVI secoli i suoi rappresentanti, i Wodeyar, furono al servizio dell’imperatore Vijayanagar; alla caduta dell’impero, avvenuta nel 1565, i sovrani di Mysore furono tra i primi a dichiarare l’indipendenza. Fatta eccezione per un breve periodo alla fine del XVIII secolo in cui Hyder Ali e Tipu Sultan usurparono il trono, i Wodeyar continuarono a regnare. Mysore divenne capitale dell’omonimo stato principesco nel 1799. Dopo circa 30 anni però i dominatori britannici trasferirono la capitale a Srirangapatnam. Nel 1881 i Britannici decisero di restituire formalmente il potere alla dinastia Wodeyar e la città divenne nuovamente capitale. Negli anni successivi lo stato conobbe un notevole sviluppo con la creazione di numerose industrie e di un sistema di irrigazione dei campi che aumentò sensibilmente la produzione agricola. Al momento dell’indipendenza dell’India Wodeyar Bahadur, l’ultimo maraja fu nominato governatore, carica che mantenne fino al 1956, anno in cui Mysore fu incorporata nel nuovo stato di Karnataka .
Maharaja’s Palace : conosciuto anche come Amba Vilas , il Palazzo di Mysore è uno dei più straordinari edifici monumentali del Paese. E’ situato in Mizra Road, nel cuore di Mysore e risulta essere il punto di riferimento della città dato che tutte le strade portano al Palazzo. +
Opera dell’architetto Henry Irwin e fu inaugurato nel 1912. Il suo stile è decisamente eclettico con reminiscenze hindu, musulmane e anche gotiche. L’edificio originale fu dal 1399 residenza dei maharaja della dinastia Wodeyar che, seppur originariamente vassalli dell’impero Vijayanagara di Hampi, finirono per regnare autonomamente sullo Stato di Mysore per secoli, fino al 1947. Dell’edificio originale, gravemente danneggiato da un fulmine nel XVII° secolo e poi ricostruito interamente nel XVIII° resta poco. Nel 1912 fu nuovamente ricostruito dal 24esimo sovrano – dopo che un nuovo incendio ne aveva incenerito gran parte durante le nozze della principessa Jayalakshmanni nel 1897 – riacquistando così una nuova regalità e magnificenza in stile indo-saraceno. Fu infine il celebre architetto britannico Henry Irwin a disegnare questa straordinaria extravaganza esotica. Convertito oggi in museo, il Palazzo di Mysore continua a stupire con la sua assoluta opulenza architettonica, con le sue torri, le arcate coronate da cupole e con la aperta corte interna adornata da altre cupole dorate. La collezione d’arte ospitata, così come quella di gioielli e costumi regali, meritano una visita, ma sono gli interni a lasciare definitivamente a bocca aperta il visitatore: il Diwan i khas – la sala delle udienze private – la Gombe Thotti – con una scultura d’elefante decorata con 84 Kg d’oro – o la sala dei matrimoni, la Kalyana Mantapa. Ambienti immensi e arricchiti da ogni possibile e sontuosa finitura. All’interno del complesso si trovano anche 12 templi, il più antico dei quali, risalendo al XIV° secolo, è parte del nucleo originale del palazzo. Chamundi Hill – situata a 1.062 metri di quota sulla vetta ospita lo Sri Chamundeswari Temple con il suo svettante gopuram di sette piani alto 40 metri può essere una bella meta per un’escursione di mezza giornata (7-14 e 15.30-21 ingresso libero ma bisogna mettersi in fila). In teoria i pellegrini dovrebbero salire a piedi gli oltre mille gradini che conducono alla cima, ma chi non è venuto a chiedere l’aiuto degli dei può risparmiarsi la fatica e godersi la discesa, dato che esiste una strada che sale fino in vetta. Nei pressi del parcheggio merita una visita il Godly Museum, introdotto dalla statua del demone Mahishasura, una delle vittime della dea Chamundi, che si erge nel parcheggio. Per raggiungere la base della collina si può imboccare il sentiero che inizia vicino alle bancarelle dietro la statua, mentre a un terzo del tragitto incontrerete il famoso Nandi , un toro alto 5 metri scolpito nella roccia nel 1659 che, secondo le credenze hindu, Shiva utilizza per spostarsi. È uno sei più grandi dell’India ed è meta di folle di pellegrini. La statua è decorata di ghirlande e sulla schiena ha un rivestimento a scaglie fatto di carbone ricavato dal guscio delle noci di cocco mescolato al ghee.
Devaraja Market al centro della città in Sayyaji Rao Road si trova questo immenso quanto colorato e suggestivo mercato, uno dei bazar più colorati e vivaci dell’India. Costruito all’epoca di Tipu Sultan ha conservato negli anni il suo fascino e la visita a piedi all’interno del bazar è un tuffo tra i colori, le verdure, la gente, i fiori, le spezie che costituiscono i soggetti ideali per i fotografi e per gli acquisti. Molto suggestive e fotogeniche sono le pile coniche di kumkum (polvere utilizzata per segnare la fronte delle donne sposate o in diverse cerimonie), i bachi della frutta specialmente del cocco e gli incontri con le cordialissime e socievoli persone del mercato.
Jaganmohan Palace – poco ad est del Mysore Palace sorge Jaganmohan Palace eretto nel 1861 e funse da residenza per i maraja di Mysore fino al 1912, anno in cui i principi si trasferirono nel ben più lussuoso palazzo realizzato dall’architetto Henry Irwin. Tre anni dopo il palazzo fu convertito in galleria d’arte, la Jayachamarajendra Art Gallery , dove è esposta una collezione di oggetti di gusto decisamente kitsch appartenuti ai Wodeyar, tra cui bizzarre e meravigliose macchine musicali, strumenti rari, opere d’arte giapponese e dipinti di Raja Ravi Varma. La maggior parte delle collezioni è costituita da dipinti ad olio ma vi sono esposti anche strumenti musicali, sculture e monete antiche. Interessante è un orologio meccanico di fattura francese che allo scoccare di ogni ora mostra una parata di soldatini e tamburini in miniatura. Nel 2003 vi è stata aggiunta una nuova ala. Vi è ospitato anche un auditorium dove si tengono concerti e spettacoli di danza durante il festival del Desala.
Karanji Lake Nature Park : se volete trascorrere una giornata diversa dal solito e conoscere il meraviglioso paesaggio naturale della regione potete recarvi al Karanji Lake Nature Park , un bel parco recentemente riqualificato che si estende lungo il Karanji Lake. La riserva, ideale per dedicarsi al birdwatching, ospita un gran numero di specie di uccelli, tra cui il cormorano maggiore e minore, l’airone grigio e quello rosso, vari tipi di garzette, l’ibis nero, il parrocchetto dal collare, il gruccione verde e il tantalo variopinto, nonché diversi tipi di farfalle. Seppur un po’ triste, l’aviario è molto interessante, mentre uno degli ospiti più apprezzati del parco è il gigantesco bucero bicorne.
Chiesa di Santa Filomena – St. Philomena’s Cathedral – in Philomena St., si tratta di una chiesa in stile neogotico inspirata alla cattedrale di Colonia costruita tra il 1933 e il 1941 e consacrata nel 1956. Custodisce una reliquia della santa donata nel 1926 d’allora delegato apostolico per le Indie Orientali Peter Pisani, a Thamboo Chetty, segretario del Maharaja di Mysore. La navata centrale ha una capienza di 800 persone