La terra mistica e spirituale, E’ un viaggio affascinante, che tutti dovrebbero fare almeno una volta nella vita: partire dalla megalopoli New Delhi, con tutte le sue contraddizioni e attrazioni, e arrivare fino a Varanasi, culla del sacro Gange. E’ un percorso attraverso colori e forti contrasti, miseria e bellezza, misticismo e cultura; un viaggio inusuale, sicuramente alternativo rispetto alle tradizionali mete.
New Delhi è una metropoli caotica e colorata che travolge ogni viaggiatore: tra torri, moschee, templi e giardini curatissimi si innalzano i grattacieli della new economy, i centri commerciali e palazzi che ricordano Londra e le grandi capitali europee, dove però palme e risciò riportano al mondo orientale. Più che una città, Delhi è una megalopoli di più di 14 milioni di abitanti che vivono nei nuovi condomini ma anche nella città vecchia, tra giardini e templi, tra mercati e viuzze. Ed è proprio nella zona archeologica, in quella dei luoghi sacri agli indù, cioè quella meno britannica, che si riscopre l’anima spirituale della città. Passeggiare nella vecchia Delhi è un’esperienza indimenticabile: si parte dallo sfarzoso Red Fort e si raggiungono a piedi tutti i principali monumenti, come la gigantesca moschea di Jama Masjid dove 25mila persone si possono riunire per la preghiera del venerdì nel piazzale antistante, delimitato da quattro torri e due minareti alti 40 metri. Verso sud si arriva alla tomba di Humayun, costruito in marmo bianco e arenaria rossa nel 1562 per la sepoltura dell’imperatore moghul Humayun. Lo stile dell’edificio – cupole eleganti di marmo, alti portali ad arco, finestre e finestroni intagliati nella pietra, giardini ispirati dalle letture del Corano – fu precursore del Taj Mahal, utilizzato per molte altre tombe, come quella di Taj Mahal di Agra, grandioso esempio sepolcrale. Verso ovest si arriva alla torre in arenaria rossa Qutb Minar, che risale al 1202 ed è di una bellezza struggente: dal 1993 il minareto – il più alto del mondo – è, con la tomba di Humayun, patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Non lontano dalla tomba merita una visita Sunder Nagar Market, mercato d’antiquariato molto rinomato, al cui interno ci sono i migliori negozi di tè della capitale; più turistico, invece, è il Khan Bazar, a sud, sempre affollatissimo. Chi cerca il lusso e i marchi internazionali può recarsi nel centro commerciale DLF Emporio, a pochi passi dal Qutb Minar, ma chi preferisce fare acquisti d’arte indiana ha un indirizzo imperdibile: Delhi Art Gallery nel Hauz Khas Village, il quartiere più trendy della capitale. Non si può lasciare Delhi senza fare una sosta al monumento Raj Ghat, la lapide in marmo che ricorda il punto dove venne cremato Mahatma Gandhi nel 1948; al colorato tempio Birla, il più grande tempio indù consacrato alla dea della prosperità, circondato da bellissimi giardini; al tempio Bahài, a forma di fiore di loto dove pregano credenti di ogni religione, e all’osservatorio astronomico Jantar Mantar del 1724 con un’enorme meridiana in terracotta. Infine è d’obbligo una passeggiata sul Rajpath, il viale reale con l’India Gate, l’arco trionfale in memoria di caduti indiani della prima guerra mondiale, il Rashtrapati Bhavan, la residenza presidenziale, e il palazzo circolare del Parlamento. Per raggiungere Varanasi dalla capitale New Delhi si prende un aereo che in poco più di un’ora e mezza raggiunge la città sacra agli induisti oppure si viaggia in automobile, facendo sosta di una notte a Lucknow. Il primo approccio a Varanasi (Benares o Kashi) è difficile, eppure speciale, mistico: mendicanti, vecchi e malati si danno appuntamento sulla riva occidentale del Gange per prepararsi alla morte mentre giovani e donne pregano e fanno abluzioni purificatrici. Il fiume è maestoso e drammatico, sicuramente un mistero che affascina chiunque passi nell’Uttar Pradesh, nell’India orientale. Sin dall’alba i pellegrini affollano gli scaloni (ghat) che digradano fino all’acqua, mentre salgono il suono di mille campanelli e il profumo d’incenso.
Tutti portano offerte, partecipano a cerimonie funebri e si bagnano mentre sui ghat ci si unisce al flusso umano, vario e coloratissimo, dove spiccano i colori dorati e arancio dei sari delle donne e dove non c’è più distinzione di ceto e di età. Ci sono sessantamila pellegrini al giorno (che aumentano durante le feste) insieme ai bramini, ai santoni (sadhu), persino agli animali, soprattutto i bufali. Anche l’acqua del fiume sacro è piena di viaggiatori, credenti e pellegrini, tutta gente che s’immerge totalmente o che si bagna solo il capo o che semplicemente guarda il cielo e prega immerso fino alla cintola. Dietro i ghat, oltre il fiume, si estende la grande città, enorme agglomerato di case e baracche dove vivono più di 4 milioni di persone. Partendo da Assi Ghat e viaggiando verso nord, si raggiunge la città vecchia, fatta di strade strettissime e ricca di cultura e di antichi templi indù, dove il Gange forma un gomito e dove si addensano le pire per le cremazioni, enormi cataste di legna lungo gli argini, dove processioni cantilenanti sbucano dal labirinto dei vicoli interni. Qui le cerimonie perdono l’aspetto lugubre e diventano paesaggio, come la miseria che circonda i palazzi, la puzza e le scimmie urlanti. Quest’inferno in realtà è un’esperienza totalizzante, mistica, che turba ma che colpisce nel profondo. Al tramonto centinaia di piccole lampade votive scendono lungo la corrente, mentre continuano le cantilene e lo scampanellio, rendendo ancor più coinvolgente e magico stare accanto al fiume. Oltre al Gange, che ipnotizza e che si dovrebbe visitare in barca, sono da vedere la zona di Benares Hindu University o BHU, la più grande residenza universitaria di tutta l’Asia, realizzata durante gli anni della lotta per l’indipendenza indiana, dove si trova anche il tempio di New Vishwanath, e il centro di pellegrinaggio buddhista Sarnath Temple, poco fuori dalla città con un interessante museo archeologico e gli scavi dei templi buddisti. Molto bellissimo è anche il forte di Ramnagar, a quasi 15 chilometri dal centro della città: costruito interamante sulle rive del Gange, il palazzo venne eretto nel secolo 8 e ospita al suo interno un tempio e un museo..
Prima di lasciare la città è bene scoprire altri tre templi interessanti: Kashi Vishwanath, luogo sacro indù che ha il potere di purificare l’anima e donare un pace sublime, il tempio sacro di Durga e quello di Bharat Mata. Il primo tempio fu costruito nel 1780 dal Maharani di Indore e da allora molti altri re lo hanno convertito in un luogo di fama mondiale; qui tutte le offerte e le donazioni vengono distribuite tra i poveri e i bisognosi. Il tempio sacro di Durga, o tempio della Scimmia, è un altro luogo magico della città, costruito in stile Nagara, che ricorda l’architettura antica dell’India settentrionale. Si narra che l’attuale statua della dea Durga, protettrice della città, Viaggio in India : La terra mistica e spirituale ,sia apparsa nel tempio come per miracolo. c’è il tempio di Bharat Mata, situato all’interno del zona di Mahatma Gandhi Kashi Vidyapeeth: è di recente costruzione ed è dedicato alla madre terra.
(di Ida Bini)